E Fondazioni in fuga dalle conferitarie (askanews) - Roma-Siena, 12 feb 2014 - Sono giornate campali per quello che rimane dello sportello in salsa toscana. Banca Etruria, la popolare aretina, banca dell'oro per il suo insediamento in uno dei distretti orafi piu' importanti d'Italia, e' stata commissariata dal ministero del Tesoro su proposta di Bankitalia. Il capolinea dell'amministrazione straordinaria e' stato il frutto delle prime risultanze degli accertamenti ispettivi, avviati dalla Banca d'Italia e tuttora in corso, che hanno fatto emergere gravi perdite del patrimonio, dovute alle consistenti rettifiche sul portafoglio crediti. Il compito dei commissari, nominati da Bankitalia, sara' quello di ricondurre la banca su una gestione sana e prudente. D'altra parte i numeri non fanno sognare: i crediti deteriorati superano di 3 volte il patrimonio netto. Una volta risanata e' immaginabile che la banca aretina possa essere inglobata in un gruppo con le spalle piu' larghe. Del resto gia' da mesi l'advisor Mediobanca sta cercando un partner. Si era fatta avanti con una offerta vincolante la Popolare di Vicenza, ma l'offerta non era stata ritenuta adeguata e nel giugno scorso e' decaduta. A Firenze la Cassa di Risparmio ha perso la sua indipendenza ormai dal 2007, inglobata da Intesa Sanpaolo. Adesso anche il legame tra Ente Cassa di Risparmio e Cassa potrebbe sciogliersi: la fondazione guidata da Umberto Tombari, infatti, sta valutando la possibilita' di dismettere la quota del 3,248 PERCENTO detenuta nel gruppo lombardo-piemontese e del 10 PERCENTO nell'istituto fiorentino. La stessa via e' stata presa dalla Fondazione Cr Lucca, che intende ridurre ulteriormente la quota del 2,8 PERCENTO detenuta nel Banco popolare. Un modo, in entrambi i casi, per liberare risorse da destinare al territorio di riferimento. Poi c'e' il Big One, il Monte dei Paschi di Siena, i cui assetti azionari sono destinati a cambiare per tre ordini di motivi: l'aumento di capitale da 3 miliardi che sara' lanciato nel secondo trimestre, la probabile aggregazione della banca senese in un altro gruppo, l'ingresso nel capitale del Tesoro per effetto del pagamento degli interessi sui Monti-bond che a luglio saranno corrisposti a via XX Settembre in azioni della banca. Dunque la Fondazione Mps titolare del 2,5 PERCENTO della Banca e' destinata a divenire, tra non molto, al massimo un piccolo e rispettabile socio silente. Insomma, il panorama e' in rapido cambiamento e non mancano le preoccupazioni di non avere piu' le direzioni generali delle banche made in Tuscany nella regione, con la stanza dei bottoni emigrata in altri lidi. Preoccupazioni espresse da Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana (stakeholder della Fondazione Mps), proprio sul caso Siena. La garanzia che chiediamo e' che Mps continui a svolgere un ruolo importante e imprescindibile per l'economia toscana. Abbiamo bisogno di un istituto finanziario autonomo e libero da condizionamenti che faccia bene e che si possa mantenere a Siena il centro direzionale e di autonomia, ha detto senza tanti giri di parole. Anche il sindaco di Siena, Bruno Valentini, si e' speso spesso a difesa del legame tra Banca e Toscana. Per sommi capi, se Giosue' Carducci era noto per la poetica del fanciullino, i vari esponenti politici della Toscana sembrano puntare sulla poetica del territorio. La prosa, almeno nel caso di Mps, chissa' se allargabile anche a Banca Etruria, racconta invece tutta una altra storia. Alla fine dello scorso ottobre, gli esiti dei test sull'adeguatezza patrimoniale e la qualita' degli attivi della banche europee avevano mostrato che la genesi dei crediti dubbi del Monte derivavano dalla espansione creditizia della prima parte degli anni 2000, comune a tutti i gruppi bancari, dalla cattiva qualita' del credito ereditata dal portafoglio prestiti dell'Antonveneta (succede se compri una banca senza guardarci dentro) ma anche dall'onda lunga del cattivo credito concesso sul territorio di riferimento. Insomma soldi prestati a chi non aveva merito di credito. Per l'esattezza, un basso livello degli standard di erogazione del credito verso parti correlate e il territorio di riferimento. Parole e musica dalla Bce. Se la fiorentina Irene Grandi cantava il lavoro fa male, a Francoforte hanno intonato il territorio fa male. Men-Afe