Lo scorso giugno, la Commissione europea ha diffuso il Digital Agenda Scoreboard 2015. Come ogni anno infatti, l'Unione europea verifica il progresso dei paesi membri nel cammino verso il pieno conseguimento degli obiettivi dell'Agenda Digitale, al fine di promuovere il migliore utilizzo del potenziale delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione e il mercato unico digitale.
Nell'insieme dell'Unione europea, gli obiettivi relativi alla percentuale di utenti regolari di internet, o la disponibilità della banda larga di base sembrano raggiunti, mentre, sempre a livello europeo, si denuncia come non molte PMI (e qui si prendono in considerazione solo quelle dai 10 addetti in su) vendano on line, segnalando inoltre che il commercio elettronico transfrontaliero non si sviluppa.
I maggiori successi europei conseguiti nello scorso anno risultano essere la crescita significativa nella copertura e negli abbonamenti a internet veloce (fissa e mobile), e l'utilizzo dei servizi di e-Government.
L'Italia si segnala per le sue prestazioni alquanto negative. Osservando la presentazione disponibile a questo link , si nota che, mentre l'Italia è in linea con gli altri Paesi in termini di copertura del servizio di banda larga base nelle abitazioni (99%, rispetto alla media europea del 97%), per quanto riguarda la velocità superiore ai 30 Mbps, è ancora indietro: gli abbonamenti sono il 4% contro il 26% della media europea.
Inoltre, la copertura di reti di accesso di nuova generazione (Next Generation Access, NGA), che si estende in Europa per il 68%, in Italia è pari al 36%.
Recentemente è stato aggiornato anche il Digital Economy and Society Index (DESI). Si tratta di un indice composito, che aggrega gli indicatori più rilevanti nelle performance digitali (connettività, capitale umano, uso di internet, integrazione della tecnologia digitale e servizi digitali della PA), ed è stato sviluppato dalla Commissione europea per valutare l'evoluzione dei Paesi membri verso una società e un'economia digitali.
L'Italia è al 25esimo posto su 28 Paesi: a parte le citate lacune nella connettività, risultano evidenti, rispetto alla media europea, i problemi del cosiddetto "Capitale umano": l'alta percentuale di individui che non hanno mai utilizzato internet nel nostro Paese (32% contro il 18% della media UE), e la bassa percentuale, sempre rispetto alla media UE, di chi ha competenze digitali di base o superiori (47% contro 60%).
Siamo inoltre sotto la media, per il numero di professionisti e di laureati nel settore delle tecnologie e, nell'utilizzazione di internet, siamo carenti nella fruizione dei servizi delle banche e degli acquisti online (oltre che nell'acquisizione di video on demand e nella lettura delle notizie in rete).
In conclusione, il digital divide in Italia non è superato, e sussistono ampi margini di crescita e miglioramento delle prestazioni per rendere il Paese competitivo e al passo con i partner europei.
L'Agenda digitale italiana dovrà tenere conto di questi dati e procedere rapidamente per ovviare ai problemi più evidenti: competenze, sia per i cittadini che per le imprese; uso di internet, transazioni online.
Fonte: Confcommecio Imprese per l'Italia