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La combinazione delle varie risorse informatiche per massimizzarne l’utilizzo e diminuire i costi è un’idea vecchia quanto l’informatica. L’idea è stata esplorata metodicamente da sempre, dai sistemi in time sharing degli anni ’60 al client server degli anni ’80 fino al grid computing dei primi anni ’90.
Anche l’idea di comprare i risultati anziché gli strumenti necessari a produrli, è una costante in particolare dove i problemi sono complessi e soggetti a cambiamenti frequenti. Una volta erano i sistemi per paghe e stipendi, adesso le infrastrutture tecnologiche.
La condivisione delle risorse ha generato il fenomeno Cloud; la disponibilità di strumenti per la gestione di migliaia, o decine di migliaia, o centinaia di migliaia di sistemi cooperanti ha cambiato il concetto di scalabilità. Le risorse diventano virtualmente illimitate.
La focalizzazione sui risultati ha generato il fenomeno Software As A Service, ma se “ogni azienda è una azienda software” ha quindi da un lato un’identità definita dagli strumenti software con cui si interfaccia al mondo esterno e dall’altro la necessità di utilizzare software specifico, che rappresenta l’identità dell’azienda.
Scalabilità virtualmente illimitata e disponibile “as a service” e necessità di sviluppare software proprietario si combinano e generano la rivoluzione del Cloud Native Computing.