Tavolo mercoledi'. Pulpo: Se non recuperiamo crediti chiudiamo (askanews) - Roma, 14 feb 2014 - I trasportatori dell'indotto Ilva di Taranto rispondono al ministro dei Trasporti Maurizio Lupi che non interromperanno la loro protesta. Lunedi' inizia la quarta settimana di agitazione per gli imprenditori del settore trasporti, messi in ginocchio dai mancati pagamenti dell'Ilva negli ultimi 7 mesi. Lupi si e' appellato ai manifestanti affinche' interrompessero la protesta e li ha convocati per un incontro al ministero mercoledi' prossimo. Nelle ultime tre settimane circa 200 tir sono rimasti parcheggiati davanti all'ingresso merci della fabbrica, limitando l'accesso di materie prime. Il siderurgico commissariato ha lasciato debiti nel settore per circa 15 milioni di euro solo fra le aziende locali. Sono in tutto 150 i milioni di euro che l'Ilva deve alle aziende dell'indotto. Denaro che rischia di finire nella massa passiva della societa' Ilva spa, dal 20 gennaio dichiarata insolvente dal tribunale di Milano, mentre la fabbrica e' passata in amministrazione straordinaria sotto una nuova sigla, Ilva AS. Se non recupereremo i crediti maturati in sette mesi di lavoro - dice Vladimiro Pulpo, uno dei trasportatori - molti di noi saranno costretti a chiudere e licenziare i dipendenti. Abbiamo lavorato mentre il siderurgico era commissariato dal governo ed ora lo Stato ci abbandona. Governo e Senato stanno lavorando agli emendamenti per migliorare il settimo decreto legge per l'Ilva varato alla vigilia di Natale. Si pensa a nuove possibilita' di accesso al credito per i fornitori dell'indotto ed a sgravi fiscali ma i soldi che arriveranno per la gestione dello stabilimento - spiegano gli imprenditori di Confindustria Taranto - servono al futuro dell'azienda, non coprono i debiti del recente passato. Non abbiamo bisogno di nuovi debiti, ne abbiamo gia' contratti fin troppi - spiega Giacinto Fallone, uno dei trasportatori dell'indotto - molti di noi hanno problemi a pagare le bollette, non possiamo andare avanti cosi'. Ieri autotrasportatori ed imprenditori dell'indotto, non solo dal Tarantino ma anche da Novi Ligure, Porto Marghera e Genova, hanno protestato davanti a Montecitorio per chiedere garanzie al governo sui pagamenti. Oggi si e' tenuta una assemblea dei manifestanti che chiedono almeno il 70 PERCENTO del pagamento dei crediti subito. Oltre al restringimento dell'accesso merci al siderurgico, i trasportatori minacciano di spostare la protesta dei camion a Roma, con un blocco del grande raccordo anulare. Yta