Assintel e Assoprovider hanno impugnato al TAR Lazio la norma istitutiva del sistema di identificazione digitale. Chiesta la sospensiva.
Insieme ad Assoprovider abbiamo depositato un Ricorso al TAR Lazio per l’annullamento del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, pubblicato in Gazzetta ufficiale a dicembre del 2014, che ha istituito lo SPID, il sistema pubblico per la gestione dell'identità digitale di cittadini e imprese.
L’Impugnazione si è resa necessaria in quanto la stessa norma contiene disposizioni direttamente lesive dei diritti dei nostri Associati.
In particolare il sistema delineato dalla Presidenza del Consiglio impedisce alle piccole e medie imprese italiane del comparto ICT di far parte del sistema di identificazione delle identità digitali che fa da perno all'intero sistema di rapporti tra cittadini digitale e Pubblica Amministrazione.
La presenza di un capitale molto elevato per esercitare le attività di identificazione e l’artificiosa distinzione tra fornitori di servizi e gestione delle identità digitali, in un sistema di identificazione che vede al contrario già protagoniste le nostre imprese associate, determina l’esclusione dal mercato dei servizi digitali delle Pubbliche Amministrazioni di migliaia di piccole e medie aziende italiane.
La norma sembra inoltre contrastare con quanto previsto dal Regolamento Europeo in materia di identificazione elettronica e servizi fiduciari per le transazioni elettroniche nel mercato interno, approvato a luglio dello scorso anno.
La partenza del progetto ad aprile 2015 annunciata dalle Istituzioni a ciò delegate dalla Presidenza del Consiglio, ha determinato la richiesta di sospendere in via cautelare l’efficacia delle disposizioni contenute nel Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri.
A seguire il Ricorso lo Studio Legale Sarzana e Associati di Roma, con i Partner Fulvio Sarzana e Maria Sole Montagna e l’Associata Federica Fanfarilli.