Il ruolo della cyber nei prossimi conflitti
A cura di Pierguido Iezzi
La storia umana, intrisa di conflitti e crisi, è un tessuto complesso che non può essere compreso senza esplorare le sue molteplici sfaccettature. Come disse Sun Tzu ne “L’arte della guerra”, “Tutte le guerre si basano sull’inganno”. Questo concetto è rispecchiato nella nostra società, dove gli ambiti sociali sono stati plasmati e influenzati dalla guerra, un tema profondamente esplorato in opere come “Guerra e Pace” di Tolstoj. La storia è un caleidoscopio di eventi, e come scrisse George Orwell in “1984”, “Chi controlla il passato controlla il futuro. Chi controlla il presente controlla il passato”.
L’uso dell’inganno in situazioni di conflitto è un’arte antica, come dimostra la famosa strategia del Cavallo di Troia. Questo principio si riflette nelle moderne operazioni multi-dominio (MDO), che integrano vari campi d’azione - terra, aria, mare, spazio, informazioni e cyber - per fronteggiare le nuove sfide poste dalle tecnologie emergenti. Questo approccio richiama la visione strategica di Sun Tzu: “L’apice dell’abilità militare consiste nell’attaccare la strategia del nemico”. In “La guerra dei mondi” di H.G. Wells, assistiamo a una rappresentazione fantastica di come la tecnologia possa influenzare la guerra, un tema sempre più pertinente nel nostro mondo. La necessità di adattarsi alle nuove realtà è cruciale che deve costantemente aggiornare le sue dottrine per restare al passo con le evoluzioni che cambiano il volto della guerra. Questo processo di adattamento riflette la massima di Charles Darwin: “Non è la specie più forte quella che sopravvive, né la più intelligente, ma quella più reattiva ai cambiamenti”.
La storia dell’umanità è un intreccio di conflitti e adattamenti, una narrazione continua che si evolve attraverso i secoli. La comprensione di questa storia richiede una visione olistica, che tenga conto delle innumerevoli variabili e sfaccettature di ogni epoca e società. Non più solo terra, mare e cielo. Il ventunesimo secolo ha rivoluzionato l’arena della guerra, espandendosi ben oltre i confini tradizionali della dottrina militare. L’evoluzione bellica si è spinta in spazi prima inimmaginabili: il cyberspazio e lo spazio si aggiungono ora alla triade clausewitziana, trasformando radicalmente il panorama della guerra moderna.
Questi nuovi teatri di guerra richiamano il pensiero di Carl von Clausewitz, il cui trattato “Della guerra” ha plasmato la comprensione militare per secoli. Oggi, però, le sue parole assumono una nuova risonanza: la guerra si estende oltre la forza fisica, abbracciando il regno digitale e astrale. In questo contesto, il concetto di “Multi-Domain Warfare” emerge come un paradigma fondamentale, enfatizzando la necessità di condurre operazioni militari integrate attraverso i 5 domini - terra, mare, cielo, spazio e cyberspazio - simultaneamente e in maniera sinergica.
L’ispirazione per questa visione olistica deriva dalla “legge olografica” del fisico David Bohm, che suggerisce come ogni parte del cosmo rifletta il tutto. Il campo di battaglia moderno è un mosaico di azioni interconnesse, dove ogni movimento in un dominio può avere ripercussioni significative negli altri. Intendo con questo che ogni singola mossa o decisione presa in uno specifico dominio, può avere ripercussioni di vasta portata anche negli altri domini in modi complessi e imprevedibili. Prendiamo ad esempio la guerra ibrida (Hybrid War) che la Russia ha condotto e conduce tuttora contro l’Ucraina. Combinando operazioni militari vere e proprie con attacchi hacker, campagne mirate di disinformazione online e pressioni economiche globali attraverso il suo controllo dell’energia, la Russia sfrutta pienamente l’interconnessione tra domini diversi per massimizzare l’impatto destabilizzante della sua aggressione. Interconnessioni visibili e tangibili anche nei conflitti in zone marittime strategiche, come avviene nel canale di Suez. Il rischio di attacchi dei ribelli Houthi dello Yemen legati allo scontro Hamas-Israele, hanno impatti enormi sul commercio globale, un incremento dei costi dei prodotti e di conseguenza una capacità di influenzamento della posizione dei singoli cittadini. È enorme il vantaggio bellico che l’Ucraina ha avuto dal presidiare lo spazio con il supporto dei satelliti Starlink di Elon Musk. Il presidio o conflitto in un dominio può causare un effetto a catena, influenzando l’economia globale e la sicurezza nazionale di diversi paesi.
Questa complessa interrelazione tra azioni in domini diversi prende il nome di “Multi-Domain Warfare” e richiede un nuovo approccio olistico alla strategia e alle operazioni militari moderne. Un nuovo tipo di pensiero strategico, che deve abbracciare la complessità, deve adattarsi dinamicamente a un ambiente in continuo mutamento ma soprattutto deve presidiare necessariamente il cyberspazio. Nel cyberspazio, le guerre dell’informazione e i conflitti digitali rappresentano un nuovo fronte critico. Come nei racconti di fantascienza di Isaac Asimov, dove le tecnologie avanzate e l’intelligenza artificiale giocano un ruolo chiave, il cyberspazio diventa un campo di battaglia dove il controllo dell’informazione è tanto potente quanto le armi tradizionali. Allo stesso tempo, lo spazio extraterrestre, un tempo considerato un confine inesplorato e pacifico, ora si profila come una nuova arena di confronto strategico. Questa trasformazione richiama alla mente l’epica cinematografica di “Guerra Stellare”, dove le battaglie si svolgono in dimensioni astrali e digitali, portando la guerra in un regno fino ad ora relegato alla fantasia.