La strategia per la sicurezza economica dell’Unione europea
A cura di Vittorio Calaprice*
*Le informazioni e le considerazioni espresse nell’articolo sono di Vittorio Calaprice e non riflettono necessariamente quelle ufficiali della Commissione europea.
Gli scambi commerciali aperti e basati su regole hanno certamente plasmato e avvantaggiato l’Unione europea sin dalla sua istituzione.
Tuttavia, le crescenti tensioni geopolitiche e una maggiore concorrenza geostrategica e geoeconomica, nonché shock come la pandemia di COVID e la guerra di aggressione della Russia nei confronti dell’Ucraina, hanno evidenziato i rischi che determinate dipendenze economiche comportano. Tali rischi, se non adeguatamente gestiti, possono infatti minare il funzionamento economie UE, i suoi interessi strategici e la capacità di agire.
Una strategia globale - che comprenda un’azione congiunta in tutte le politiche interne ed esterne e un insieme coerente di misure a livello dell’UE e degli Stati membri è emersa dunque come necessaria per consentire all’Unione europea di valutare e gestire i rischi, mantenendo nel contempo la sua apertura e il suo impegno internazionale.
Questo obiettivo è stato proposto dalla comunicazione congiunta della Commissione europea e l’Alto rappresentante relativa alla strategia europea di sicurezza economica JOIN(2023)20.
La comunicazione mira a alla minimizzazione dei rischi derivanti da alcuni flussi economici nel contesto delle accresciute tensioni geopolitiche e dei rapidi cambiamenti tecnologici e definisce un quadro comune per assicurare la sicurezza economica attraverso la promozione della competitività dell’UE, la protezione dai rischi e partenariati con il maggior numero possibile di paesi per affrontare gli interessi comuni.
I rischi presentati da determinate relazioni economiche evolvono infatti rapidamente nell’attuale contesto geopolitico e tecnologico e si rende necessario un approccio globale per individuare, valutare e gestire in comune i rischi per la sicurezza economica dell’UE.
La strategia identifica quattro settori su cui effettuare una valutazione approfondita dei rischi per la sicurezza economica.
Rischi per la resilienza delle catene di approvvigionamento, compresa la sicurezza energetica
Si fa riferimento ai rischi di impennate dei prezzi, indisponibilità o scarsità di prodotti critici o fattori produttivi nell’UE, compresi, ma non solo, quelli legati alla transizione verde, quelli necessari per un approvvigionamento energetico stabile e diversificato e per i medicinali.
Rischi per la sicurezza fisica e la cibernetica delle infrastrutture critiche
Si tratta dei numerosi ed articolati rischi di perturbazioni o sabotaggio di infrastrutture critiche, quali condotte, cavi sottomarini, generatori di energia, trasporti, reti di comunicazione elettronica, che possono compromettere la fornitura sicura e affidabile di beni e servizi o la sicurezza dei dati nell’UE.
Rischi connessi alla sicurezza tecnologica e a fughe tecnologiche
Sono quelli legati ai progressi tecnologici dell’UE, la competitività tecnologica e l’accesso a tecnologie all’avanguardia, realizzati attraverso pratiche dolose nella fera digitale quali lo spionaggio o la fuga illecita di conoscenze. In alcuni casi, la fuga delle tecnologie rischia di rafforzare le capacità militari/di intelligence di coloro che potrebbero utilizzarle per minare la pace e la sicurezza, in particolare per le tecnologie a duplice uso come quelle quantistiche, i semiconduttori avanzati o l’intelligenza artificiale, e richiede pertanto misure specifiche di attenuazione dei rischi.
Rischi di strumentalizzazione delle dipendenze economiche a fini bellici o di coercizione economica
Sono quelle minacce di paesi terzi che puntino all’UE, ai suoi Stati membri e alle sue imprese attraverso misure che incidono sugli scambi o sugli investimenti al fine di provocare una modifica delle politiche interne.
La strategia delinea le modalità per ridurre i rischi individuati mediante un approccio in tre fasi.
La prima è centrata sulla promozione della competitività dell’UE mediante il rafforzamento del mercato unico, il sostegno per un’economia forte e resiliente, gli investimenti in competenze e la promozione della base industriale, tecnologica e di ricerca dell’UE.
La seconda identifica la protezione della sicurezza economica dell’UE attraverso una serie di politiche e strumenti esistenti, la considerazione di nuovi strumenti e politiche per colmare eventuali lacune. Nella terza si affida ai partenariati ed a partner il compito di rafforzare la sicurezza economica, anche attraverso la promozione e la conclusione di accordi commerciali, il rinnovamento di nuovi partenariati e il rafforzamento dell’ordine economico internazionale basato su regole e le istituzioni multilaterali, come l’Organizzazione mondiale del commercio, nonché l’investimento nello sviluppo sostenibile mediante la strategia “Global Gateway”.
La comunicazione definisce una articolata serie di azioni da implementare con atti successivi.
La prima è stata quella di condividere con gli Stati membri un quadro per la valutazione dei rischi sulla sicurezza economica dell’UE e la definizione di un elenco di tecnologie essenziali per la sicurezza economica e la valutazione dei rischi connessi al fine di elaborare misure di attenuazione adeguate. Tale valutazione è stata effettuata sulla base della raccomandazione C(2023)6689 del 3 ottobre 2023 che ha individuato nei semiconduttori avanzati, intelligenza artificiale, quantum computing e biotecnologie settori ad elevata sensibilità ed a rischio di fuga di tecnologia.
Inoltre si dà conto di avviare un dialogo strutturato con il settore privato per giungere a una comprensione collettiva della sicurezza economica e incoraggiare il settore a esercitare la dovuta diligenza e a effettuare la gestione dei rischi alla luce delle preoccupazioni per la sicurezza economica.
Altro obiettivo è il sostegno della sovranità tecnologica dell’UE e la resilienza delle catene del valore dell’UE mediante lo sviluppo di tecnologie critiche nel quadro di una nuova piattaforma per le tecnologie strategiche per l’Europa (denominata STEP).
Di rilievo la proposta di una serie di misure dirette a migliorare la sicurezza della ricerca, garantendo un’applicazione sistematica e rigorosa degli strumenti esistenti, nonché individuando e colmando eventuali lacune rimanenti.
Si punta anche a rafforzare la sicurezza economica dell’UE, compresi i pacchetti degli strumenti della diplomazia ibrida e della diplomazia informatica, nonché il pacchetto di strumenti contro la manipolazione delle informazioni e l’ingerenza di soggetti stranieri. Infine sarà attribuita alla capacità di analisi dell’intelligence dell’UE il compito di concentrarsi specificamente sull’individuazione delle possibili minacce per la sicurezza economica dell’UE.
Con questo pacchetto di strumenti, si è dunque disegnata la cornice normativa ed operativa per garantire la protezione e la promozione della sicurezza economica dell’UE come elementi pienamente integrati nell’azione dell’Unione europea.