Una nuova governance per AgID per un più promettente futuro digitale
(Assintel è tra i fondatori degli Stati generali della Memoria Digitale, di cui pubblichiamo il comunicato stampa congiunto)
Gli Stati Generali della Memoria Digitale, alla luce del nuovo cambio direttivo ai vertici dell’Agenzia per l’Italia Digitale, ritengono importante riportare l’attenzione delle istituzioni, dei cittadini e di tutte le parti in causa sulla funzione e l’organizzazione di questo ente, credendo che siano necessari dei cambiamenti radicali per conferirgli una governance, una direzione e dei poteri d’azione adeguati alla sua vocazione, pur nel rispetto del suo ambito di competenza che deve rimanere tecnico e non politico.
Anche alla luce dell’importanza che occorre giustamente dare al principio di Trasparenza della PA e all’uso degli Open Data ci sembra opportuno specificare che la Trasparenza non si ottiene con il solo utilizzo di strumenti tecnologici, i quali non sono da soli in grado di garantire la correttezza e la liceità nello svolgimento di alcuni processi: la Trasparenza deve essere, innanzitutto, alla base delle regole che gestiscono e normano lo svolgimento dei processi nelle PA centrali e periferiche, a maggior ragione se il processo in questione riguarda l’elezione del nuovo direttore dell’AgID, l’ente che promuove e attua dal punto di vista tecnico l’innovazione del Paese.
Nello specifico l’avviso pubblico emanato da AgID per la selezione del nuovo direttore (oltre ad avere un’inadeguatezza proprio in termini tecnici, dal momento che per la sua pubblicazione è stato utilizzato un formato non idoneo) consente la libera candidatura degli interessati, ma lascia in ombra i criteri di selezione, specificando solo “la discrezionalità dell'autorità competente nella scelta del candidato più idoneo allo svolgimento dell'incarico”. Alla luce di quanto esposto riassumiamo in alcuni punti principali la nostra idea di un’AgID davvero in grado di incidere positivamente sul futuro dell’innovazione italiana, colmando il gap che ancora ci separa dai Paesi più sviluppati dell’UE.
Vorremmo che:
- il prossimo Direttore dell’AgID venisse scelto in base a una selezione davvero pubblica ed equa, seguendo criteri adeguati e trasparenti e specificando a chi spetta il compito di selezionare, perché questa carica estremamente importante non venga alla fine
gestita esclusivamente dalla politica e perché il prossimo direttore sia un manager tecnico o comunque una persona professionalmente capace di guidare il cambiamento conoscendone tutti i presupposti (e anche le difficoltà giuridico/amministrative)
e che d’ora in poi l’AgID diventasse:
- un ente con una governance semplificata, che non debba rispondere, come oggi succede, a diverse voci di indirizzo ministeriali e di coordinamento, oltre che alla Presidenza del Consiglio;
- un ente stabile ed equidistante da poteri politici, il cui ruolo non venga costantemente ridiscusso e modificato, in grado di definire realmente a livello nazionale provvedimenti e normative di natura tecnica in materia di digitale;
- un’Agenzia tecnica concentrata e attiva sull’innovazione digitale a 360°, non dedicata quindi esclusivamente alla PA, ma anche alle aziende e ai privati cittadini, parti in causa irrinunciabili di questo processo complessivo;
- un’autonoma e autorevole Agenzia, quindi, con potere di regolamentazione (art. 71 del CAD);
- un ente che sia in grado anche di coordinarsi con altri enti o organismi che si interessano della materia digitale a livello nazionale o locale, anche al fine di rendere omogenea e più efficace l’azione di comunicazione del Digital Champion nazionale, in modo
che sia garantito il pieno il rispetto delle singole azioni alle norme e, quindi, ai compiti definiti a livello europeo, in modo trasparente e in linea con le aspettative (e anche a tutela) del mercato e dei professionisti coinvolti a diverso titolo nelle politiche di innovazione digitale.
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